venerdì 7 maggio 2010

Consiglio Comunale parte settima: sullo sforamento del patto di stabilità, tenuto nascosto per due mesi e mezzo dalla GIUNTA, interviene ADOTTI

Discussione generale

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione generale. Ha chiesto di intervenire il
Consigliere Adotti. Ne ha facoltà.


CONSIGLIERE ADOTTI. Signor Presidente, colleghi Consiglieri, io ho dato una
lettura attenta, anche se non ho potuto partecipare ai lavori della Commissione Bilancio, a questi atti e francamente c’è una prima serie di circostanze che mi lascia un po’perplesso, perché devo dire che, Presidente, questo noi non lo abbiamo affrontato in Commissione dei Capigruppo, ma dando un’occhiata anche alla scansione temporale di questi atti, si evince che questa situazione di perplessità, di richiesta di osservazioni, poi vediamo anche le competenze, perché la procedura di cui all’articolo 168 – credo – della Finanziaria, di quella Finanziaria, sembra rimettere al Comune – poi non so se al Consiglio comunale o ad altri organismi del Comune – la necessità di attuare i correttivi. Non so se nel caso di specie sia esattamente il Consiglio comunale, per tutte queste circostanze, a dover prendere provvedimenti, ma, al di là di questo, quello che mi preme sottolineare per prima cosa, è che noi trattiamo di un argomento – e questo è intuitivo, penso che ve lo aspettate – che è stato portato alla vostra attenzione per lo meno da luglio e poi formalmente – come richiesta di controdeduzioni – credo a gennaio scorso, addirittura. Da gennaio siamo arrivati ad aprile, a una settimana circa, dieci giorni da questo Consesso, per parlare di una cosa che ha una certa rilevanza.
Se non altro, cominciamo a parlarne in termini metodologici. Ancora una volta, collega Posa, colleghi di maggioranza, non c’è da parte nostra una capziosità o un
comportamento in negativo.

Se voi foste seduti, avreste fatto rilevare a noi che una vicenda dove si profilano gravi irregolarità, viene portata alla cognizione della minoranza ad horas.

E io credo che questo delinei una preoccupazione, anche sul rapporto di lealtà politica che intratteniamo. Perché questo punto è un punto che mi lascia francamente molto perplesso. Se poi ci aggiungo una considerazione, certamente partigiana, che questo avviene a valle delle elezioni regionali, credo di dover dare atto sempre della buona fede a tutti, però si resta un po’ perplessi. E partiamo da questo
dato.
Aggiungiamo un altro dato. Abbiamo fatto una lunghissima discussione, credo che uno
degli elementi per rientrare da questo sforamento – usando un linguaggio atecnico – sia stata la cessione di quel famoso terreno di Roma, di cui abbiamo discusso con una mozione che doveva essere poi oggetto di un approfondimento in una Commissione Patrimonio che non è stata ancora convocata, scopriamo che la vendita di quel terreno adesso, oltre a tutte le perplessità che, insieme a D’Orazio, avevamo manifestato con i colleghi del Pdl, quella vendita è l’elemento che sostanzialmente permette – nonostante tutte le perplessità che avevamo evidenziato – di risolvere questa situazione. Bene per chi ritiene di fare bene così, ma, perlomeno dal punto di vista del metodo, permettetemi di dire che non sono d’accordo.
Non siamo d’accordo, penso. C’è tutta una serie di altri elementi sui quali potremmo, metodologicamente, fare delle prime osservazioni. Mi riservo in un altro intervento di entrare, invece, più nel merito dei fatti. Un altro di questi elementi è procedere ad una deliberazione, nella quale, sì, c’è stata sicuramente una discussione in Commissione Bilancio, certamente convocata dal Presidente Conte, quando è stato notiziato di questa circostanza – credo pochi giorni fa – ma c’è soprattutto la predisposizione di una proposta di deliberazione che è fatta a
valle di osservazioni che il Direttore Generale, credo, o altro dirigente o funzionario del Servizio finanziario avevano fatto di fronte alla Corte dei Conti a luglio scorso.

Forse era il caso di discuterne prima.


Ci sono tanti elementi che mi lasciano francamente notevolmente perplesso. C’è una
situazione, per esempio, molto velocemente, che riguarda la PCR.


Questa situazione che riguarda la PCR non mi pare essere oggetto di pprofondimento – poi mi si corregga, se sbaglio – anzi, non mi pare proprio essere trattata nel parere del Collegio dei Revisori a corredo di questa deliberazione, mi domando il perché. È un punto sul quale gradirei avere qualche chiarimento.
Mi domando se è possibile, a valle di una fase di scioglimento o liquidazione – non so se è ancora dichiarata formalmente, deliberata – andare ad operare ex post con effetti sananti, un’iniezione rispetto al capitale, rispetto al tema dell’errata attribuzione di queste somme. Posso anche capire che ci sia stato un errore.

Anche altri aspetti. Qualcuno avrebbe dovuto chiarirci, c’è un parere del Servizio
finanziario – forse un parere del Servizio legale sarebbe stato opportuno in questo caso – per chiarirci se alcuni aspetti possono essere sananti, a tutela di tutto il Consiglio comunale. Perché guardate che a valle di questa procedura, credo – mi si corregga se sbaglio – o c’è l’accettazione di queste deduzioni della Corte dei Conti o c’è la Procura della Corte dei Conti. Mi auguro di no, ovviamente, perché siamo colleghi, nessuno augura difficoltà a nessun altro, però o queste deduzioni sono delle deduzioni che trovano in qualche modo ingresso, positiva valutazione da parte della sezione regionale di controllo del Lazio o la sezione regionale potrebbe anche decidere di fare cose diverse. Mi pare che questi temi vadano approfonditi e per tempo. Quindi Assessore, Sindaco, Presidente – e lo dico con estrema lealtà per i rapporti che contraddistinguono i nostri ottimi rapporti – io resto francamente un po’ perplesso.Glielo debbo dire con molta sincerità, e me ne prendo la responsabilità personale, perché la lealtà di carattere politico, secondo me, vuole che su questi temi...
(Interruzione del Sindaco: “Non ho capito”).

Dico, resto perplesso. Perché la lealtà di carattere politico vuole che su questi temi si ragioni per tempo.

Se invece il ragionamento avviene a valle di una Commissione convocata qualche giorno fa, vuol dire che non si vuole ragionare. Noi prendiamo atto dello stato dell’arte e ci riserviamo di intervenire successivamente e poi di valutare come procedere dopo.

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