sabato 14 agosto 2010

ALLARME ROSSO : FINI da solo è al 10%


E' da capirli i comunisti che "mai sono stati comunisti": orfani di tutto e di più!
Non hanno più un'ideologia, non hanno più un leader da tempo, iniziano a vedere i danni fatti dai loro idoli ( è di questi giorni il buco lasciato dal duo Rutelli-Veltroni nel bilancio della capitale: 8 miliardi di euro fra mutui, prestiti bancari, derivati, oltre a 4 miliardi di contenzioso e debiti commerciali al 28 Marzo 2008). Ora tornano a sorridere: un pò per le difficoltà di Berlusconi, un pò perchè credono d' aver trovato un nuovo leader : Gianfranco Fini ! E nel tempo dell'assenza degli ideologismi, non dovrebbero neppure turarsi il naso nel votarlo. E questo mi conferma il parlare con qualche amico di sinistra, magari uno dei tanti " astenuti".

Ma questo ha acceso le spie rosse nel PD

Allarme Rosso per Bersani & Co. che, stretti fra Di Pietro e Fini, vedono avvicinarsi il giorno della definitiva LIQUIDAZIONE dell'ennesimo, fallimentare tentativo politico di mettere insieme il Diavolo e l'Acqua Santa.


Allarme arancione anche per DI PIETRO

Il polo centrista, che non ci sarà, avrebbe ottime possibilità di risucchiare voti dall'elettorato del Professore di Montenero di Bisaccia. Gianfranco Fini ci pescherebbe sicuramente a mano bassa. Questo sarebbe un grave danno per il rimborso elettorale dell'IDV, che poi è quello che ANTONIO tiene in grande considerazione.





Bindi: "Se si va alle urne, alleanza anche con Fini"





Il presidente del Pd: «Il partito sarà l'asse di ogni operazione politica futura»

da LA STAMPA

CARLO BERTINI
ROMA


Presidente Bindi, se si va alle urne, il Pdl e la Lega spazzano via tutti, come dice Bossi?


«Ammesso che ci riesca, non tocca a lui sciogliere le Camere. Se Berlusconi con Bossi si assume la grave responsabilità di una prova di forza in autunno, pur avendo ancora una maggioranza e in un momento di grave crisi economica, con la necessità di un’altra manovra, con un bilancio fallimentare e un governo nel pieno di una bufera giudiziaria, non credo che possano fare il pieno dei voti. Nello sgretolamento del berlusconismo, anche la Lega potrebbe sfilarsi. Ma se la situazione precipita per colpa del premier, dobbiamo lavorare a un’alleanza molto larga, perché la priorità sarebbe salvare la democrazia».

Ma voi potreste mai presentarvi alleati con un terzo polo, se comprendesse anche Fini?

«Intanto dove è questo terzo polo? E poi in quel caso credo che il Paese capirebbe un’alleanza democratica e costituzionale e per quel che mi riguarda non avrei preclusioni verso nessuno, da Fini a Di Pietro, a Vendola. Quello di Berlusconi sarebbe un programma eversivo di snaturamento della Costituzione, all’insegna del “gli alleati mi hanno tradito, ora datemi tutto il potere”. E in un’emergenza del genere non bisognerebbe avere preclusioni di alcun tipo. Ma sia chiaro: non abbiamo alcuna paura del voto, perché come sempre daremo il meglio di noi in campagna elettorale. Ma stiamo parlando solo di uno dei vari scenari possibili».

Un altro scenario è il governo tecnico: avrebbe qualche possibilità di nascere senza i voti della Lega e del Pdl e con il caos nelle piazze evocato da Bossi?

«È evidente che siamo alla fine del berlusconismo nel senso de “il partito sono io, il governo è mio”. Ma non è vero che non c’è una maggioranza, semplicemente ha bisogno di essere guidata da chi sa cosa sono la politica, il dialogo e la persuasione. Ma non si possono fare governi tecnici, di transizione o di salute pubblica senza un accordo chiaro con tutti i partiti, altrimenti avrebbero un solo nome: ribaltone. Per carità, i numeri ci potrebbero anche essere e in una democrazia parlamentare sono possibili, ma si tratterebbe di un percorso complicato. Insisto, la via maestra è che Berlusconi salga al Quirinale, per dire che non ha più una maggioranza e che il Capo dello Stato lo rinvii alle Camere, dove potrebbe riottenere una fiducia per andare avanti, cambiando stile e magari facendo le riforme nel confronto con l’opposizione».

E non c’è il rischio che di fronte a una crisi parlamentare Casini approfitti delle mutate condizioni per entrare nel governo?

«Anche questa è un’ipotesi. E infatti definisco il gruppo degli astensionisti un “ircocervo”, con una parte di maggioranza e una di opposizione, che ora è servito anche a tenere in vita il governo e ad aprire qualunque strada. Se si facesse questo passo, Casini smentirebbe la sua storia degli ultimi tre anni con una fine ingloriosa. Avrebbe infatti usato il tema della responsabilità nazionale solo per entrare nel governo».


Voi del Pd reggerete l’urto di questa crisi senza perdere altri pezzi e cioè gli ex Ppi che fanno capo a Fioroni?


«Non credo vi sia questo rischio. Chi potrebbe essere tentato di uscire sa che ora è il momento di stare ben saldo dentro il Pd che resterà l’asse di qualunque operazione futura. E se non si materializza un voto anticipato, diventerà più stringente la necessità di costruire un’alternativa politica e culturale omogenea, per dare un minimo di stabilità al Paese. E a quel punto si porrebbe il problema delle alleanze».

Ecco, a questo proposito, D’Alema ha bocciato la leadership di Vendola ed Enrico Letta l’alleanza con Di Pietro e la sinistra auspicando un’intesa col terzo polo. Hanno fatto bene?

«Sono opinioni personali, queste scelte le deve assumere il Pd collegialmente. Ora il partito deve lavorare a includere e non a escludere. Vendola può essere scelto o rifiutato solo con le primarie. Certo, questa volta ha sbagliato i tempi e i modi nel lanciare la sua leadership. Aggiungo che se il Pd non facesse le primarie, ha un solo candidato, Bersani. Se si andasse a votare in autunno, non ci impiccheremmo agli strumenti per scegliere il candidato premier, ma è chiaro che nessuno può pensare di paragonare l’Ulivo di Prodi con un’offerta di premiership a Casini. Viceversa, se passano diversi mesi, prima di un ricorso alle urne bisognerà capire se l’ircocervo che è nato ieri ha l’ambizione di cambiare la destra o se ci sono le possibilità di costruire un’alternativa programmaticamente omogenea nel centrosinistra col Pd».

E tanto per metterci la cigliegina sopra, oggi anche GRANATA ha inaugurato un nuovo lago di pesca : PRONTI AD ALLEARCI ANCHE CON NICHI VENDOLA !
Pesca qua, pesca là qualcuno ha cominciato a far di conto !

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