martedì 31 agosto 2010

Ecco come in Sicilia privatizzano una " carcassa" pubblica


MF Dow Jones 31.08 16:32 - Tirrenia: Reg.Sicilia aderisce aumento capitale Mediterranea


ROMA (MF-DJ)--"La Regione siciliana ha confermato il suo interesse al piano della Mediterranea Holding di Navigazione per l'acquisizione del gruppo Tirrenia, votando favorevolmente nell'Assemblea dei soci la delibera di aumento di capitale sociale fino alla concorrenza di 25 milioni". E' quanto si legge in una nota della Regione Sicilia. com/ren

Poi vanno da TREMONTI a battere cassa !







25 ANNI IN MANO ALLO STESSO PRESIDENTE: 25 ANNI DI PERDITE

SASSARI. Per la Tirrenia si addensano nubi nere all'orizzonte. Il tribunale fallimentare di Roma oggi ha dichiarato lo stato di insolvenza nei confronti della compagnia di navigazione che collega i principali porti della Sardegna con il resto d'Italia. Dopo il fallimento della privatizzazione, dunque, la compagnia sembra davvero navigare in un mare in burrasca: per di più in un periodo fondamentale per il turismo verso l'isola. La situazione è grave, e migliaia di turisti temono di dover annullare le vacanze prenotate già da mesi.

Ma la vicenda è ancor più drammatica per i lavoratori, i quali temono che la società non possa più pagare gli stipendi. Sulle spalle della Tirrenia infatti c'è un debito enrome: 480 milioni di euro. Il sindacalista della Uil Trasporti Giuseppe Caronia conferma che lunedì 30 e martedì 31 agosto uno sciopero potrebbe fermare i traghetti da e per le isole. Il compito del commissario straordinario Giancarlo D'Andrea sarà ora quello di decidere l'eventuale scissione di Siremar da Tirrenia per vendere la prima e ripianare così i debiti (l'armatore della Moby Lines, Vincenzo Onorato, si è detto interessato all'acquisto). Il secondo passo per limitare le perdite sarà la ricollocazione del personale con tagli o contratti al ribasso. Ed è su questo punto che i sindacati annunciano battaglia


Il naufragio della Tirrenia

Redazione Internet
ROMA 12/08/10 - 12:28
Il Tribunale di Roma ha dichiarato lo stato di insolvenza della compagnia marittima dello Stato. Per Nicola Coccia, ex presidente di Confitarma e azionista della cordata Mediterranea Holding, che non ne ha concluso l'acquisizione ma che resta interessata al salvataggio, un tentativo va fatto, riunendo magari tutti i grandi armatori italiani.

La decisione è stata pubblicata questa mattina, dopo la Camera di Consiglio presieduto da Ciro Monsurrò, affiancato dai delegati Francesco Taurisano e Fabrizio Di Marzio.

L'istanza per la dichiarazione dello stato di insolvenza era stata presentata dal commissario straordinario Giancarlo D'Andrea.

La Uil-Trasporti aveva sollevato un'eccezione di competenza territoriale, ritenendo che il giudizio spettasse al Tribunale di Napoli, dove ha sede legale il gruppo. La sigla sindacale ribadisce il suo no alla totale privatizzazione e chiede allo Stato di mantenere un quota nella società.

Il 30 ed il 31 agosto, come annunciato dalla Uil-Trasporti, l'intera flotta sarà in sciopero.

La privatizzazione fallita

Il 5 agosto la Mediteranea Holding, società per azioni cui partecipa al 37% anche la Regione Sicilia, avrebbe dovuto firmare l'accordo per la procedura di privatizzazione della società, con la Camera dei deputati che aveva già predisposto la strada affinché un amministratore unico straordinario nominato dal Governo traghettasse la compagnia dal pubblico al privato fino al 30 settembre, quando scadranno le convezioni per i fondi statali di Tirrenia. Ma la Mediteranea Holding non si presentò all'incontro con la Fintecna ed il Governo nominò il commissario straordinario Giancarlo D'Andrea, già direttore generale di Fintecna.
Come spiegò però Nicola Coccia, si decise per il ritiro della cordata perchè la Fintecna cambiò "le carte in tavola all'ultimo, inserendo condizioni inacettabili", come copertura di perdite per ammontare non noto e firma del contratto prima degli accordi con le banche. La Mediterranea Holding chiese un rinvio che la Fintecna non accettò.

Il servizio di Gelsomina Testa

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