domenica 3 aprile 2011

LA SFRENATA CORSA AL MATTONE STA DISTRUGGENDO I CASTELLI ROMANI



L'acqua non è un bene prezioso. E' semplicemente INDISPENSABILE.





Abituati come siamo a vederla fluire abbondante al semplice giro del rubinetto, non ne apprezziamo il valore. Se siamo fumatori non ci accade nulla se ci scopriamo all'improvviso sprovvisti di tabacco; basta uscire di casa e ci si può rifornire. Ma se giriamo il rubinetto e non vediamo fluire l'acqua veniamo presi dal panico. Dovremo abituarci a questi inconvenienti se continueremo ad essere amministrati da politici del misero calibro culturale che è proprio di quelli attuali. Presi infatti dalla smania di potere, dall'arricchimento facile, dal voler campare di politica essi a tutto pensano nel breve periodo, trascurando completamente il lungo periodo. Solo così si spiega la corsa al mattone che ha caratterizzato le colline castellane nell'ultimo quindicennio.

I meno preparati sono soliti trincerarsi dietro i PIANI REGOLATORI, magari vetusti di almeno un ventennio, fatti sulla base di previsioni non so quanto valide. Piani poi rivisti, aggirati, implementati con mille diavolerie come i PATTI TERRITORIALI.

IL CASO FRASCATANO

Il piano regolatore di Frascati data 1967. Nonostante all'epoca vi fossero personaggi politici in alcuni casi di straordinaria caratura politica ed intellettuale, credo che nessuno di essi avrebbe potuto prevedere gli sviluppi economici e sociali dei nostri giorni. Nel 1967 nella PROVINCIA di ROMA circolavano si e no un milione di auto. L'auto era appannaggio delle famiglie di ceto medio-alto. Nessuno avrebbe potuto immaginare che un nucleo famigliare di tre persone avrebbe avuto, di lì ad un ventennio, la disponibilità di tre auto e magari anche una moto.

Negli anni 70, ma anche negli anni 80, il parcheggio non era un problema pressochè ovunque.

Negli anni 50 il bagno si faceva la domenica. Le ville erano poche e la piscina era prerogativa dei pochi gran signori.

Negli anni 70 prima si costruiva, poi si facevano le infrastrutture. Ecco perchè Frascati non era dotata di un adeguata rete fognaria fuori dal centro. Eppure ancor oggi, per i motivi di bassa capacità culturale sopra descritti, si può ancora assistere al rilascio di concessioni edilizie in ambiti privi delle necessarie infrastrutture.

Lasciamo poi a parte lo scempio costituito dall'abusivismo edilizio politicamente accettato sempre per motivi elettorali.

Nascondersi dietro il PIANO REGOLATORE del 1967 per continuare ad edificare è semplicemente sintomo di una politica di rapina nei confronti del territorio e della qualità di vita dei residenti. Il politico locale di turno, in quanto amministratore pro-trmpore del territorio, acconsente per ingraziarsi i " signori del partito " e favorire la sua, personale, ascesa.

Il popolino, per ora, se ne è accorto soltanto per i disagi del traffico. A breve, invece, scadrà la cambiale idrica e allora ci sarà da piangere. Nell'area dei Castelli Romani sono state permesse perforazioni fino a 550 metri di profondità; considerando le altezze medie dei nostri comuni, vuol dire che si sta pescando sotto il livello del mare. Ci sono poi i pozzi abusivi, stimati in circa 20.000 unità.

Molti pozzi a Frascati e a Grottaferrata, per restare nel nostro ambito, pescano ormai arsenico e fluoruri. Ma questo non interessa ai politici locali, tutti presi dall'incassar soldoni dalle licenze di costruzione; soldoni con i quali poi gestiranno il loro potere elettorale. Daltronde che intorno all'edilizia girino spesso interessi poco chiari non lo dico io oggi. Che la quinta mafia , così mi sembra sia stata definita in un recente convegno a Frascati da un noto magistrato, quella fatta da politici, colletti bianchi della burocrazia ed imprenditoria sia all'opera da queste parti non lo dico io oggi.




Maggiore edilizia, maggiori presenze, maggiore necessità di acqua: è l'equazione che i politicanti nostrani fingono d'ignorare. Volete la controprova ? Al convegno del 24 marzo io di politicanti locali non ne ho visti; ma ovviamente non si può chiedere al tacchino di partecipare agli addobi della tavola natalizia ! E la risposta alla domanda da me posta al prof. FRANCO MEDICI sui rimedi all'attuale stato dell'arte è stata tranchant : " occorrerebbe non fermare i nuovi insediamenti, ma deportare una parte degli attuali residenti altrove ". Oggi per ragioni d'energia le nazioni non ci pensano su un attimo a farsi guerra. Domani, diciamo fra venti anni e non oltre, le guerre si faranno per l'acqua.

Ma come fai a spiegare tutto ciò a chi è in primis attento alla poltrona ? Come fai a spiegarlo a chi per qualche migliaio di euro cambia idea su Tizio o su Caio dopo avergliene dette, in passato, di tutti i colori contro ?

Ma questo sarebbe il meno.
Il dramma è che chi legge queste righe poi dà anche loro il proprio consenso elettorale!





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