venerdì 6 gennaio 2012

Caro MARIO, ecco cosa dovresti farti spiegare da ANGELINA


Giancarlo Dall'Aglio è un operatore finanziario in materie prime. In questa sua analisi, edita il 4 gennaio 2012, riprende un argomento evidenziato dal giornale tedesco HANDELSBLATT e da me ripreso il 23 novembre 2011 nella pubblicazione sottostante:

mercoledì 23 novembre 2011
Sono " truccati" i conti di Frau Trudy ? Secondo HANDELSBLATT JA !


http://www.angelocristofanelli.blogspot.com/2011/11/sono-truccati-i-conti-di-frau-trudy.html

Sarebbe opportuno che il nostro PREMIER, nell'incontro con FRAU ANGELA programmato per i prossimi giorni, acquisisse notizie al riguardo.





La Germania bara sui conti pubblici: ecco come


Come sapete, sostengo da tempo che l’atteggiamento della Germania in questa crisi è inappropriato, dettato com’è dai soliti interessi legati al mantenimento dell’elettorato e ai cospicui guadagni che fino ad oggi i tedeschi sono riusciti a fare, convogliando sul Bund gli acquisti europei di debito sovrano considerato “sicuro”. A tal proposito voglio condividere con voi un’interessantissima disamina del dott. Michele Spallino, mentore dei miei inizi in borsa nel 2000 e acuto preconizzatore, in tempi non sospetti, dello scoppio di una serie di bolle a cui abbiamo via via assistito durante gli ultimi anni.

“Tra le mostruosità generate dall'euro in quanto valuta unica tra economie profondamente diverse, ed in assenza di un unico governo federale, vi è quella della super bolla sui bund tedeschi, che a furia di essere comprati da tutti come "bene rifugio" sono arrivati a rendimenti ridicoli, ben negativi in termini reali considerando che l'inflazione in Germania viaggia al 3% e – nelle eufemistiche ipotesi BCE- non scenderà sotto il 2% neanche nei prossimi ani. Invece i bund decennali rendono l'1,8% lordo, gli schaltz biennali poco più di dieci centesimi. Dunque l'euro-mostro beneficia i tedeschi non solo con l'enorme vantaggio commerciale (nel 2011 altri 100 miliardi di surplus intra europeo), bensì anche con costi della finanza pubblica nulli in termini reali, e minimi in valore nominale.
Il tutto a fronte di una situazione di finanza pubblica ben più grave e pericolosa di quanto non venga percepito: se è vero, infatti, che il debito pubblico esplicito tedesco ammonta al 85,8% rispetto al Pil, il debito implicito arriva al 111,8%, portando il divario di sostenibilità ad un inaudito 197,6 %. Per avere un termine di raffronto, si consideri che con la stessa metodologia in Italia a fronte di un consistente debito pubblico esplicito del 120%, il debito implicito ammonta solo al 28%, per un divario di sostenibilità complessivo del 148%. Ma che cosa si intende per debito implicito e debito esplicito? Il primo rappresenta il bilancio dello Stato e degli enti periferici, il secondo la spesa per previdenza, sanità, assistenza sociale. Parlando di cifre tedesche: ai 2080 miliardi del primo se ne devono sommare almeno altri 5000 per avere una fotografia chiara dello stato effettivo del deficit tedesco: oltre 7 trilioni di debito reale. Una cifra che pone la Germania sull'orlo del collasso nonostante la sua tanto decantata virtuosità. Ma come è possibile che la spesa assistenziale e previdenziale raggiunga una tale spropositata entità? E' necessario sfatare un mito (l'ennesimo, a dir la verità…): il welfare tedesco, tanto ammirato anche e soprattutto dai tecno-europeisti italiani, è tutt'altro che efficiente. Fa acqua da tutte le parti. Una distinzione preliminare innanzitutto: quella che noi in Italia chiamiamo «pensione» in Germania si divide in due ben distinte categorie, ovvero «Pensionen» e «Renen». La prima, più assimilabile alla nostra pensione, è destinata solo ed esclusivamente agli ex dipendenti pubblici e risulta particolarmente cospicua: 103.700 fruitori (circa il 15,82% dei beneficiati) percepisce oltre i 3500 Euro mensili, seguiti in percentuale dagli oltre 90.000 che percepiscono circa 2700 euro mensili e dai 77.000 (11,75%) che arrivano ai 2250 euro al mese. In coda abbiamo 9600 ex pubblici dipendenti (appena l'1,46%) che arrivano ai 1000 euro mensili. Complessivamente i fortunati «Pensionare» tedeschi sono circa 650.000. Discorso assai diverso per i «Rentner», ovvero i fruitori di trattamento previdenziale generico: il 46% di questi ultimi infatti non arriva a percepire 700 euro mensili. L'8,37% (1.139.178 individui per la precisione) prende meno di 150 euro al mese (!!!). I «Rentner» più fortunati, appena 26.545 (lo 0,20%) arrivano a circa 2100 euro al mese. Ora, va da sé che non è immaginabile vivere in un Paese come la Germania, ove il costo medio della vita è molto alto, con cifre esigue al limite del ridicolo (o, meglio, del tragico…), quindi come fanno a campare i poveri pensionati tedeschi? Semplice: subentra l'assistenzialismo di Stato che integra le magrissime entrate dei «Rentner» al fine di garantire loro la sussistenza e nulla di più. Questo consente al governo di mascherare una spesa corrente effetti va allucinante (circa 5000 miliardi, appunto) come uscita formalmente non incidente sul debito pubblico esplicito dello Stato: una vera e propria cosmesi di bilancio finalizzata a simulare l'adempimento pieno ai parametri di Maastricht. Parametri peraltro ideati e organizzati dalla Germania stessa e che a tutt'oggi non prevedono la valutazione del divario di sostenibilità complessivo (debito esplicito +debito implicito) al fine della valutazione di congruità del bilancio di un paese, ma prendono in esame, guarda caso, solo il debito implicito.
L'apparente severità nei confronti degli altri Stati dell'Eurozona, non è determinata pertanto dal disdoro, tipicamente luterano, nei confronti di coloro che non hanno svolto il proprio dovere, quanto da una situazione di oggettivo predominio. Infatti i tedeschi sono gli unici nella serie di recenti manovre economiche che, anziché contenere il debito pubblico, lo hanno ulteriormente espanso: ad esempio la manovra finanziaria tedesca per il 2012, approvata pochi giorni fa, aumenta il deficit pubblico da 20 a 26 miliardi di euro, prevedendo tra le altre cose un cospicuo aumento di 600 Euro mensili per le ricche pensioni degli alti burocrati di Stato (fonte: Bild Zeitung)”.

E quindi, mentre noi veniamo additati come la pecora nera dell’Europa , suscitando le risatine di Sarkozy, chi ride davvero sotto i baffi è la Sig.ra Merkel, ma attenzione che la storia di quel signore tedesco con quegli strani baffetti tanti anni fa, non è finita bene.

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