giovedì 19 luglio 2012

MAGNA GRECIA KAPUT - LA PRIMA RATA IMU TROVA LA SUA DESTINAZIONE


IL NEGUS MARIUCCIO CORRERA' IN AIUTO. ALLA FACCIA DELLA TECNICALITA' DEL GOVERNO !


Il WALL STREET JOURNAL si chiedeva quante ITALIE esistano.  La domanda non è peregrina se osserviamo in generale cosa avviene nella MAGNA GRECIA in genere, e con particolare riferimento alla Sicilia.

Incontrai Raffaele Lombardo tempo fa a Roma, in un albergo su una strada laterale di Via Nazionale. Erano i giorni della campagna elettorale per eleggere il Sindaco di Roma e buona parte dello stato maggiore romano della politica di centro destra era lì. L'impressione che ne trassi, osservandolo, fu quella di un a amministratore di condominio, al massimo un burocrate dell' ufficio del catasto. Ma sono impressioni personali senza alcun valore.

Oggi l'amministratore condominiale, o burocrate del catasto, è alla guida della Trinacria disastrata e rischia di far saltare l'Italia. Non è tutta colpa sua. Sono 60 anni e passa che la Sicilia, che trattiene tutte le tasse versate dal POPOLO BUE SICILIANO ( un popolo amabile il cui solo torto è quello di non controllare e bersi a tutta quello che dicono sti CACICCHI, come del resto avviene altrove ) e chiede il supplemento allo Stato, è la più grande discarica di pubblico denaro. L'amministratore condominiale, o burocrate del catasto, è dimissionario da qualche tempo. Ciò nonostante non ha disdegnato di procedere alla nomina di dirigenti ( ancora !), ad assumere personale e a distribuire succose consulenze agli amici degli amici. Minaccia querele a destra e a manca ( vecchio trucco senza poi esiti ), ma la CORTE DEI CONTI  ha sparato ad alzo zero. PUNTO.

Sulla situazione

Sicilia: una regione-bancomat per i politici

Scritto da Paolo Baroni
Wednesday 18 July 2012


La Stampa - «Rischiamo di diventare la Grecia d’Italia» ha denunciato tre giorni fa il presidente della Confindustria regionale, Ivan Lo Bello. Mentre la Corte dei Conti nella sua ultima relazione puntava il dito contro l’aumento delle spese, salite ancora dell’1,5% nel 2011 a quota 19,56 miliardi mentre le entrate scendevano del 13% a quota 15,7. Com’è possibile tutto questo? Spese pazze, assunzioni senza logica e senza controllo (4590 solo nel 2011, quando la crisi era più che conclamata), sprechi a non finire. A cominciare dalle indennità che si sono assegnati i politici: il presidente Lombardo guadagna la bellezza di 15.600 euro al mese (10.290 come consigliere, più 5290 di indennità di carica), in pratica seimila euro in più del lombardo Formigoni che governa una regione col doppio della popolazione siciliana, ben il doppio dei colleghi di Piemonte e Sardegna.


Per i 90 consiglieri dell’Assemblea regionale lo stipendio raggiunge i 9257 euro netti al mese. Nemmeno gli impiegati se la passano male: uno stenografo di palazzo d’Orléans può infatti arrivare a guadagnare 6295 euro al mese, per non dire del segretario generale dell’Assemblea che viaggia oltre i 13 mila e del segretario generale aggiunto che di euro ne guadagna circa 11 mila al mese.

Singolare è il caso della «Commissione per la qualità della legislazione» che lavorando appena dieci minuti al mese dal 2008 ad oggi ha assicurato ai nove deputati che ne fanno parte circa 250 mila euro di indennità aggiuntive (3 mila euro al mese solo per il presidente).

E poi ci sono i benefit: indennità e diarie ricchissime, auto blu (117 la Regione e 17 l’Assemblea regionale in gran parte di grossa cilindrata) e telefonini a gogò. Un vero e proprio Bengodi che non finisce di crescere: ancora ad aprile la Regione Sicilia ha infatti assunto altri 157 autisti, 55 nuovi sorveglianti di musei e circa 30 «camminatori». Ovvero commessi di piano destinati a spostare da un ufficio all’altro le pratiche degli assessori.

E così l’organico della Regione, che a fine 2011 raggiungeva le 20.288 unità (28 mila se si considerano le società controllate) continua a lievitare. Anche coi dirigenti non si scherza: sono 1835 (ben 192 a disposizione di Lombardo), in pratica uno ogni 8,4 dipendenti.

Il più grande carrozzone d’Italia in realtà è un convoglio infinto di enti e società, una trentina quelle controllate direttamente dalla Regione, compreso il Maac, il consorzio che da 28 anni (ventotto!) cerca di costruire il mercato agroalimentare di Catania, e ovviamente fino ad ora non ci è riuscito ma ha già bruciato 28 milioni di euro. E ancora: Sicilia Patrimonio Immobiliare ha un presidente che guadagna più di 105 mila euro all’anno: è stata costituita nel 2006 per vendere palazzi dismessi della Regione ma in sei anni non ha effettuato alcuna operazione. Anche la sanità non è da meno.

In questo campo non solo la spesa continua a salire al punto di fare conquistare alla Sicilia il primo posto per prestazioni sanitarie inappropriate e inadeguate e le prime posizioni per i costi della farmaceutica e dei servizi sanitari. Ma anche qui la giostra delle assunzioni la fa da padrona. Emblematico il caso del 118: per gestire 256 ambulanze negli ultimi anni sono stati infatti assunti 3360 autisti, il doppio dei dipendenti del 118 di tutte le altre regioni d’Italia. Un po’ come è successo per i forestali: in Sicilia sono circa 30 mila, dieci volte di più di quelli della Lombardia e molta ma molta meno montagna da controllare.

Dietro lo schermo dell’autonomia in questi anni la Sicilia ha, insomma, potuto fare quello che voleva: ora non è più possibile, perché giunti a questo punto ne va della stabilità dei conti dell’intero Paese. Occorre fare il punto ed affrontare ahinoi anche quest’altra emergenza.

Il governatore della Sicilia Raffaele Lombardo è il più pagato d’Italia, il suo stipendio sfiora i 16 mila euro al mese, netti s’intende. Ricchissimi e coccolatissimi anche i 90 (novanta!) consiglieri regionali – pardon, deputati – che forse proprio in virtù di questo titolo godono delle stesse indennità di quelli che siedono Montecitorio. In più, auto di servizio e stuoli di assistenti, gettoni di presenza vari e telefonini distribuiti a pioggia. Come quelli assegnati nel 2001 e che nel 2008, tre anni dopo la fine della legislatura, non erano ancora stati restituiti: erano 700, destinati a deputati, collaboratori e amici, con credito praticamente illimitato. Non solo la Sicilia è la Regione col più alto debito del Paese, oltre 21 miliardi, ma è ovviamente anche quella con più dipendenti, 22 mila. Pagatissimi anche loro, roba da far rabbrividire, visto che i loro stipendi assieme alle altre spese di funzionamento (e agli assegni di oltre 16 mila pensionati dell’ente) arrivano ad assorbire l’80% del bilancio dell’ente lasciando solo le briciole a progetti e investimenti.

Una Regione usata come un bancomat dai politici, ecco cos’è la Sicilia di oggi giunta ad un passo dal crack.
 
 
Il NEGUS MONTI, a questo punto, invece di consigliare alla LOMBARDO & Partners di tirarsi una bella revolverata alle tempie, dispone subito l'invio di 400 milioni di euro ( 800 miliarducci di lirozze ) per pagare gli stipendi.
Ma, nonostante le smentite, il buco c'è e come. E' vero che la REGIONE ha iscritto a bilancio nell'attivo crediti verso lo Stato per 1,2 miliardi di euro, ma, da quello che si sente in giro, sono crediti farlocchi.
 
E', per capirci, come i crediti da alienazioni immobiliari che molti comuni iscrivono nell'attivo di bilancio. Se le case non le vendi .......... quello è un buco di bilancio.
 
Il NEGUS è ora in ambasce. Se fallisce la MAGNA GRECIA in salsa sicula dove schizzerà lo SPREAD sul debito sovrano italiano?
 
Dice LOMBARDO che il bilancio della REGIONE è certificato da MOODYS.  MINCHIA CHE GARANZIA !
 
Intanto sul vice presidente della confindustria  LO BELLO non possiamo che registrare alcune dichiarazioni :
 
Sicilia vicino al crack, Lombardo a Lo Bello: vada a morire ammazzato
 
Ma anche :
 
Il sistema di don Raffaele Lombardo


di ATTILIO BOLZONI


Califfo di Sicilia, la regione Bengodi il governatore esordì da "moralizzatore" dopo Cuffaro, ma poi lo ha superato in clientelismo. Nel 2011 ingaggiati 13 nuovi consulenti al mese, dieci volte più del Lazio: è uno dei tanti record .  PASSERÀ alla storia come il siciliano che ha dato il colpo di grazia alla Sicilia.
Il 26 aprile don Raffaele ha annunciato le sue dimissioni e poi che cosa ha fatto? Intanto non si è dimesso, nel frattempo ha provveduto a "miracolare" almeno altri 110 siciliani.
 
 
Ora capite perchè in tanti si sperticano a tessere ad ogni occasione l'elogio della nostra COSTITUZIONE ( Briguglio, Finocchiaro, Bersani e compagni di merende)?
 
Perchè è uno strumento che ti consente di fare i tuoi comodi, che ti dà uno STATUTO SPECIALE con PIENA AUTOMIA, ma ti consente di scaricare sullo STATO il magna magna in eccesso.
 
Come sempre PAGA IL POPOLO BUE !






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