venerdì 4 dicembre 2015

COMUNICATO STAMPA



CONTINUA IL VALZER DELLA NOMINOPOLI





Il valzer della nominopoli Zingarettiana prosegue senza sosta e non si ferma neanche sotto le bastonate della Corte dei Conti. 

"De Salazar, definito nel decreto di nomina come il più esperto, è stato improvvisamente spostato dalla direzione generale della Asl Roma B alla Asl Roma G ma, come avvenuto precedentemente, è stato pescato fuori dalla short list che secondo Zingaretti doveva essere il punto di riferimento per scegliere i più meritevoli. Caroli è scappato dimettendosi e, senza valutazione dell'organismo preposto, è stato premiato dalla Asl Roma G con la nomina a commissario dell'ospedale Sant'Andrea. A Viterbo dopo l'inconferibile Luigi Macchitella, battezzato a forza Commissario straordinario, è arrivata la Donetti che, in perfetta continuità con il suo predecessore che la promosse nel 2008 quando era Direttore del San Camillo, si porta al seguito anche enormi dubbi sulla legittimità della sua nomina, come il requisito dei 5 anni di direzione di struttura complessa. Su tutte le altre Asl solo voci che si rincorrono che di fatto stanno bloccando il sistema sanitario regionale. Insomma, mentre la sanità va a rotoli, il quadro delle nomine resta inquietante, ancor più se si ascoltano le oscure motivazioni di questi spostamenti offerte dal direttore della Cabina di Regia sulla Sanità D'Amato, che continua a decidere a suo piacimento" lo dichiara in una nota Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio che sul tema presenterà una interrogazione urgente al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. 



"Nel frattempo la misera rivoluzione del finto accorpamento delle Asl romane langue in commissione salute e la Corte dei Conti continua a bastonare la Regione Lazio sulla diminuzione del disavanzo sanitario. Dalla relazione al giudizio di parificazione al bilancio regionale 2014 del giudice della contabilità, infatti, si evince che la Regione Lazio avrebbe potuto abbassare le tasse, ma non l'ha fatto, lasciando così il cappio al collo ai cittadini laziali, che continuano a pagare un'aliquota Irpef altissima, ma a non avere i servizi essenziali." conclude Santori. 

Roma 3 dicembre 2015

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